Snow Tracking, tracce nel bianco

Marmotta. La forma di queste orme tendenti ad una “Y” può in un primo momento trarre in inganno, facendo pensare ad una lepre, ma se viste da vicino le singole orme avranno l’aspetto di una “manina” a 5 dita, possiamo essere certi che si tratta di marmotta. Sullo sfondo verso destra una vecchia traccia di camoscio, molti animali selvatici lasciano tracce decisamente lineari negli spostamenti – Canon 7D, sigma100-300mm (f/16,1/640, 400iso)
La neve è sicuramente una delle condizioni più adatte per cominciare ad osservare le “tracce bianche” lasciate dagli animali: orme, piste e resti alimentari si rinvengono con molta facilità anche a grande distanza, permettendoci di percepire parte della vita selvatica che ci circonda.

Volpe. Orme lasciate da una volpe in pochi mm di neve fresca sopra uno stagno ghiacciato – Canon 7D, Tamron 17-50mm f/2.8 (f/10, 1/80, 100iso)

Lepus sp. Classica forma a “Y”, in questa situazione le due orme più grandi corrispondono alle zampe posteriori, anche se in posizione anteriore – Canon 7D, tamron 17-50mm f/2.8 (f/9.0, 1/1600, 100iso)

Lupo. La possibilità di distinguere il lupo dal cane da una singola orma è bassissima, ma se osserviamo una pista di qualche decina di metri o se rinveniamo escrementi e segni di alimentazione, possiamo riconoscere l’autore della traccia. Come in questo caso, in cui grazie al rinvenimento di un escremento fresco ho avuto conferma che si trattasse di un lupo. L’impronta piuttosto astratta è data dal metamorfismo notturno dei cristalli di neve – Canon 7D, sigma15mm fisheye f/2.8 (f/9.0, 1/4000, 800iso)

Lepre variabile. Orme piuttosto inconsuete per una lepre. L’animale per superare questo dosso di neve fresca ha effettuato dei balzi verticali, lasciando una sola orma irregolare invece che la classica forma a “Y”, presente prima e dopo l’ostacolo – Canon 7D, sigma15mm fisheye f/2.8 (f/4.5, 1/200, 100iso)

Cornacchia grigia. Le orme tipiche dei passeriformi mostrano tre dita avanti e una dietro. In questo caso, tra un orma e l’altra si nota il segno dell’unghia centrale strisciata sulla neve fresca. Come ero certo dell’identificazione? beh, 10 metri più avanti, sulla traccia, l’animale mi guardava incuriosito – Canon 7D, sigma 150mm f/2.8 (f/7.1,1/200, 100iso)

Fagiano di monte. I buchi nella neve indicano che in quel punto, sotto la neve, un animale ha passato la notte. Si tratta di un “igloo”, con un foro d’entrata, più piccolo, e uno d’uscita. L’Osservazione di un solo buco nella neve lascia intendere che l’animale sia ancora sotto la neve, girarci al largo per non disturbarlo può aiutarlo a superare una giornata invernale particolarmente fredda – Panasonic DMC-FZ8 (f/5.6, 1/250, 100iso)

Cinghiali. Difficile che il cinghiale si fermi in quota con presenza di neve, le corte zampe infatti lo limitano nei movimenti. Ma evitare i lupi, più in basso, è sufficiente per dimenticare la fatica. Queste tracce mostrano un gruppo di cinghiali che ha svernato a 1500 m, gli animali si muovevano in fila indiana nella neve per giungere nelle aree di alimentazione – Canon 7D, sigma15mm fisheye f/2.8 (f/9.0, 1/1600, 250iso)

Picchio nero. I resti di corteccia sulla neve indicano che il passaggio è recente, mentre la presenza di fori ovali e la quantità di legno rimossa indica che si tratta di un picchio nero. Questo animale può arrivare a scortecciare una pianta quasi per intero se la densità di larve che vi trova sotto è tale da giustificare la spesa energetica – Canon 7D, sigma 15mm f/2.8 (f/14, 1/100, 400iso)

Segni del mio passaggio in una landa alpina innevata. La facilità nel riconoscere che si tratta di una pista “umana”, anche a distanza, è data spesso dell’andatura disordinata e dall’assenza di tratti lineari continui – Canon 7D, sigma15mm fisheye f/2.8 (f/7.1, 1/8000, 1250iso)