Namaqualand (parte 2a): vivere tra le rocce
Namaqualand: nell’ovest del Sud Africa è presente una vastissima area desertica inframezzata da basse montagne rocciose e vaste distese aperte. In un’ambiente apparentemente desolato e povero una grandissima varietà di specie si è adattata per sopravvivere alle rigide pressioni ambientali di questo ecosistema.

Una mimetica Agama atra in termoregolazione, Vanrysdorp – Canon 7D, sigma 15mm f/2.8 fisheye (f/16, 1/160, 400iso)
Sui pendii rocciosi scarsamente vegetati che caratterizzano i rilievi di quest’area geografica, è possibile osservare specie comuni e diffuse come il saltaroccia (Oreotragus oreotragus), “klipspringer” in lingua afrikaans, o il topo delle rocce (Petromus typicus), “dassie” per i locali. Ma per chi ha la pazienza di osservare più attentamente la vita tra le rocce, moltissimi endemismi di piccola taglia e di curioso aspetto caratterizzano quest’area: come l’allodola del Karoo (Calendulauda albescens) o rettili come il Platysaurus capensis, il cui maschio manifesta una brillante colorazione rossa e blu, o il Pachydactylus rugosus, un piccolo e criptico geko, che in caso di pericolo agita la sua coda tozza per intimorire o distrarre i predatori, simulando anche il pungiglione di un grosso scorpione.
La sopravvivenza tra le rocce del Namaqualand non è semplice, le poche risorse a disposizione costringono molte specie a nascondersi o a mimetizzarsi con estrema efficacia per sfuggire a predatori specializzati od opportunisti, come il cercopiteco verde (Chlorocebus pygerythrus), una scimmia onnivora che non disdegna alimentarsi di insetti o di piccoli animali.

Allodola di Karoo (Calendulauda albescens), Richtersveld NP- Canon 7D, 300mm f/4 L + 1.4x (f/8.0, 1/800, 500iso)

Una mantide in postura difensiva, Vanrysdorp – Canon 7D, sigma 150mm f/2.8 macro (f/9.0, 1/800, 500iso)

Cercopiteco verde (Chlorocebus pygerythrus), Orange river – Canon 7D, 300mm f/4 L (f/8.0, 1/100, 500iso)